5 nov 2009

L’influenza A tra bufale (d’oro) e allarmismo di Stato


di Ilaria Donatio Da: Micromega

“Questa storia dell’influenza A è una bufala pazzesca”. Lucia Lopalco è a capo dell’unità di Immunobiologia di Hiv del San Raffaele e insieme al suo staff, pochi mesi fa, si è aggiudicata un premio di 100 mila dollari assegnato dalla fondazione statunitense Bill and Melinda Gates Foundation.

Una bufala che riempie tutte le prime pagine di oggi, però...

Infatti, se non fossi tanto disgustata dall’assenza di professionalità che viene fuori da questa vicenda (identica all’altra di qualche anno fa, nota come influenza aviaria), ci sarebbe solo da ridere. L'unica cosa vera è che il virus H1N1 è particolarmente virulento per tutte le persone gravemente immunocompromesse. Ma si tratta di una normale influenza che una persona in salute (cioè non affetta da gravi patologie) cura con una settimana di riposo nel letto di casa propria: lo scorso anno sono morte 30 mila persone a causa dell’influenza stagionale.

Il vaccino, dunque, che senso avrebbe?

Il vaccino deve essere assunto solo da chi è affetto già da gravi patologie: un paziente sieropositivo, dunque immunodepresso, piuttosto che rischiare la vita e contrarre il virus, ha senso che faccia fronte a possibili effetti collaterali del vaccino stesso. Per le persone sane, invece, è dannoso: non ci sono controlli, in compenso, è in corso un rumorosissimo battage pubblicitario.

Pandemia sì, ma di guadagni per le case farmaceutiche?

Il farmaco è stato sviluppato da Novartis (multinazionale farmaceutica svizzera, ndr) che ha concluso con il governo un contratto capestro che la Corte dei Conti ha giudicato non valido. Il punto è che sulla base di questo contratto, se intervengono effetti collaterali dopo l’inoculazione del siero, non ne risponde la casa farmaceutica (come dovrebbe) ma lo Stato. Cosa vuol dire?

Ce lo dica lei.

Che ha pochissime sperimentazioni e, infatti, moltissimi medici (che sono i principali untori) si rifiutano di farlo.

Si può parlare di una concentrazione di casi a Napoli, come già si sta facendo (più della metà delle 17 vittime è campana ndr)?

Solo se le vittime fossero 100 e i casi riscontrati in Campania fossero 80, potremmo fare una valutazione e spingerci in un’analisi che avrebbe un senso. La domanda è: a Napoli, quanti casi di morte per l’influenza stagionale abbiamo avuto negli ultimi 10 anni? Se fossero superiori alla media nazionale, poi, dovremmo ragionare di malasanità. Ma quella è un’altra storia.

Cosa deve fare una persona sana che contrae il virus A?

Niente allarmismi: basterà una dose doppia di tachipirina. E l'assunzione di antibiotici, per evitare infezioni batteriche in chi abbia le difese immunitarie già compromesse.

(3 novembre 2009)

24 feb 2009

26 Aprile 1986



20 anni fa, alle ore 01:23:58 sopra l’Ucraina il cielo era sereno. Nella quiete di una bellissima notte stellata, sopra un paesaggio fatto di fiumi, laghetti, boschi e prati verdissimi il reattore nr 4 di Чорнобиль (Chernobyl) esplodeva in un’apocalisse di fiamme che avrebbero bruciato innumerevoli vite e sconvolto le coscienze del mondo intero.

Noi l’avremmo saputo solo il 28. Mentre ignari della tragedia che si consumava in un paese lontano ci occupavamo dei nostri affari, dei nostri amori, delle nostre passioni, alcuni uomini, dapprima un pugno, poi decine, in seguito centinaia di migliaia, senza alcuna protezione valida, senza farmaci, senza niente di ciò che abitualmente la nostra mente associa al pericolo nucleare andò con le mani, le pale, i picconi ad affrontare un’impresa davanti alla quale io non so se avrei trovato il coraggio sufficiente in fondo al mio cuore…raccogliere i pezzi di quel mondo esploso.
I primi furono i pompieri della centrale atomica, accorsero per spegnere le decine di focolai d’incendio appiccati dall’esplosione e impedire che la catastrofe si tramutasse in olocausto coinvolgendo gli altri 3 reattori. Poi arrivarono da tutta la Russia. Dapprima con turni di lavoro di soli 40 secondi (di più non si poteva resistere, conservando qualche speranza di sopravvivenza, spazzati da quell’immobile vento radioattivo) raccolsero i pezzi di grafite che emettevano in un solo secondo le radiazioni che un uomo assorbe in una vita intera, catapultati fuori dal nucleo del reattore fino a due km di distanza.

Sopra di loro i militari dell’armata rossa gettavano tonnellate di sacchi di sabbia sul nucleo ancora acceso e fumante per impedire che avvelenasse il mondo intero. I documenti dell’epoca riportano come la stragrande maggioranza di loro contravvenne agli ordini rifiutando di smontare dal turno pur di arginare quel mostro che voleva divorare una così grande fetta dell’umanità, mettendo a repentaglio la propria vita, andando deliberatamente incontro ad una morte orribile pur di riuscire nell’impresa; stavano liquidando il mostro e perciò vennero chiamati così: i "liquidatori". Un equipaggio precipitò con il proprio elicottero dopo avere urtato un cavo sopra al reattore squarciato.

Forse pensavano alla propria famiglia, forse ai propri compatrioti, molti di loro agirono inconsapevoli dei rischi e indottrinati dalle logiche sovietiche, ma questo riduce in qualche modo il valore dell’enorme dono che abbiamo ricevuto?

Grazie al loro sacrificio le conseguenze furono contenute, grazie al loro sacrificio l’europa fu solo lambita dalla catastrofe.

Noi che ieri, 25 aprile, siamo stati così grati ai partigiani che ci aiutarono a salvarci dal nazi-fascismo, ricordiamoci oggi di loro.

Ricordiamoci del sacrificio di chi morì pochi giorni dopo l’impresa, di chi ne ebbe la vita sconvolta, di chi ancora oggi combatte la propria battaglia silenziosa con un nemico che si porta dentro. Ricordiamoci di loro, che pensavano di dedicare la propria vita ai propri affari, ai propri amori, alla proprie passioni e invece la donarono a noi.
Ricordiamocene oggi, 24 Febbraio 2009, il giorno in cui un governo irresponsabile ha gettato le basi per il ritorno del nucleare in Italia.

E’ vero, sono passati 20 anni, ma il reattore 4 è ancora acceso, e proprio adesso, mentre tu leggi, brucia ancora nascosto nel suo antro e continuerà a farlo fino a dopo che, ormai, noi saremo tutti morti dopo una lunga e bella vita. Le radiazioni (da noi 1/1000 di curie, nelle zone colpite di 1, 5, 50 curie) rimarranno nell’area per circa 48.000 anni, ma gli uomini potranno tornare ad occupare quelle zone tra circa 600 anni.

I primi martiri di Chernobyl

I VIGILI DEL FUOCO SEPOLTI NEL CIMITERO DI MYTYNSKY, REGIONE DI MOSCA TYSHCHURA

Volodymyr Ivanovych 15.12.1959 – 10.05.1986

KYBENOK Viktor Mykolayovych 17.02.1963 – 11.05.1986

PRAVYK Volodymyr Pavlovych 13.06.1962 – 11.05.1986

IHNATENKO Vasyl Ivanovych 13.03.1961 – 13.05.1986

VASHCHUK Mykola Vasylyovych 05.06.1959 – 14.05.1986

TYTENOK Mykola Ivanovych 05.12.1962 – 16.05.1986

I PILOTI DI ELICOTTERO MORTI IN VOLO SULLA CENTRALE
DI CHERNOBYL IL 2 OTTOBRE 1986

VOROBYOV Volodymyr Kostyantynovyc 21.03.1956 – 02.10.1986

YUNHKIND Oleksandr Yevhenovich 15.04.1958 – 02.10.1986

KHRYSTYCH Leonid Ivanonovych 28.02.1853 – 02.10.1986

HANZHUK Mykola Oleksandrovich 26.06.1960 – 02.10.1986

I DIPENDENTI DELLA CENTRALE DI CHERNOBYL
SEPOLTI O COMMEMORATI NEL MEMORIALE
DEL CIMITERO DI MYTYNSKI, REGIONE DI MOSCA

KHODEMCHUK Valeriy Illich 24.03.1951 – 26.04.1986 rimasto per sempre nel blocco n° 4

SHASHENOK Volodymyr Mykolayovich 21.04.1951 – 26.04.1986 sepolto nel dicembre 1988

LELECHENKO Oleksandr Hryhorovich 26.07.1938 – 07.05.1986 sepolto nella regione di Poltava, terra natale

AKYMOV Oleksandr Fedorovych 06.05.1953 – 11.05.1986

KURHUZ Anatoliy Kharlampiyovych 12.06.1957 – 12.05.1986

ORLOV Ivan Lukych 10.01.1945 – 13.05.1986

TOPTUNOV Leonid Fedorovych 16.08.1960 – 14.05.1986

BRAZHNYK Vyacheslav Stefanovych 03.05.1957 – 14.05.1986

KUDRYAVTSEV Oleksandr Hennadiyovych 11.12.1957 – 14.05.1986

LOPATYUK Viktor Ivanovych 22.08.1960 – 17.05.1986

SHOPOVALOV Anatoliy Ivanovych 06.04.1941 – 19.05.1986

DEHTYARENKO Viktor Mykhaylovych 10.08.1954 – 19.05.1986

PROSKURYAKOV Viktor Vasylyovych 09.04.1955 – 17.05.1986

BARANOV Anatoliy Ivanovich 13.06.1953 – 20.05.1986

PERCHUK Kostyantyn Hryhorovych 23.11.1952 – 20.05.1986

SAVENKOV Volodomyr Ivanovych 15.02.1958 – 21.05.1986

IVANENKO Kateryna Oleksandrivna 11.09.1932 – 26.05.1986

KONOVAL Yuriy Ivanovych 01.01.1942 – 28.05.1986

SYTNYKOV Anatoliy Andriyovych 20.01.1940 – 30.05.1986

POPOV Heorhiy Ilarionovych 21.02.1940 – 13.06.1986

PEREVOZCHENKO Valeriy Ivanovych 06.05.1947 – 13.06.1986

VERSHYNIN Yuriy Anatoliyovich 22.05.1959 – 21.07.1986

NOVYK Oleksandr Vasylyovych 11.08.1961 – 26.07.1986

LUZHANOVA Klavdiya Ivanivna 09.05.1927 –31.07.1986
Così si apriva la vecchia edizione di Zero Fanzine, così riapre i battenti oggi, sotto nuvole più scure e minacciose che mai.